Nei corpi e negli spazi concreti...

Nei corpi e negli spazi concreti...

Giovedì 14 Settembre, ore 21
GOETHE-INSTITUT Rom | Auditorium
Concerto di Ciro Longobardi

GABRIELE BOCCIO - Contigue reiterazioni (di corpi, di gesti, di spazi…) per pianoforte, suoni su supporto digitale, live electronics (2022)
AGOSTINO DI SCIPIO - 6 studi (dalla muta distesa delle cose…) per pianoforte e live electronics (1996-97)
AGOSTINO DI SCIPIO - Settimo studio (dalle brume... l'evidenza...) per pianoforte e live electronics (2018) - prima esecuzione
GIACINTO SCELSI - Aitsi per pianoforte amplificato (1974)
PIERPAOLO BARBIERO - Approssimazione ai punti disomogenei di relazionalità per pianoforte e live electronics (2021-22) - prima esecuzione
FEDERICO MARTUSCIELLO - Dalla natura polisemica per pianoforte e suoni su supporto digitale (2022) - prima esecuzione

CIRO LONGOBARDI Pianoforte
a cura di meAQ - Dipartimento di Musica Elettronica del Conservatorio di L’Aquila

 

Il programma presenta una varietà di soluzioni costruttive ed espressive nel rapporto fra gesto strumentale ed elaborazione digitale del suono, fra determinazione del potenziale formale della materia e contingenza del gesto che - nei corpi e negli spazi concreti - attualizza e al tempo stesso disperde quel potenziale. I lavori sono tuttavia accomunati da scelte riguardanti innanzitutto una chiara economia dei mezzi (infrastruttura tecnica molto agile, software open source, partecipazione diretta dei compositori nel qui-e-ora dell’esecuzione), dove la scrittura strumentale – pur col peso della storia di una grande “macchina sonora” quale il pianoforte moderno – si ritrova interna a un dispositivo performativo tecno-culturale ibrido ed eterogeneo, la cui materialità non-lineare trascende la dimensione della pura e semplice strumentalità e la ricontestualizza. Impreziosisce il programma un omaggio a Giacinto Scelsi, quasi memoria del corpo ormai non più “nudo” dello strumento.

 

 

Pierpaolo Barbiero - Approssimazione ai punti disomogenei di relazionalità, 2021-22
I contorni di gesti pianistici estremamente semplici e ridotti, quasi embrionali, vengono ascoltati e disgregati in un vortice di riflessioni spaziali e spettrali, con vari accorgimenti di analisi e risintesi orientati alla dispersione o alla fusione delle componenti. Nel dialogo tra pianista e macchina, quest’ultima interviene in base alle modalità di esecuzione e ai gesti strumentali.

Gabriele Boccio - Contigue reiterazioni (di corpi, di gesti, di spazi…), 2022
Questo brano punta a esplorare le potenzialità timbriche ed espressive di azioni da compiersi sulle componenti meccaniche del pianoforte (corde, piroli, tastiera ecc.). Il percorso si snoda lungo una “mappa geografica” dei luoghi del corpo dello strumento, mentre il montaggio dei materiali sonori elettronicamente elaborati orienta l’articolazione polifonica e formale del pezzo, sempre tuttavia nella ricerca di una certa coesione materica. Il titolo sottolinea dunque la contiguità dei luoghi dello strumento visitati e il rilievo formale della relazione tra esecutore e pianoforte, nonché di quella tra suoni preregistrati e processi di elaborazione dal vivo. Il concetto del “reiterare” rinvia a vari aspetti del lavoro, tra cui il ripresentarsi dei gesti pianistici di partenza e i processi di frammentazione ricorsiva (con feedback) nell’elaborazione granulare del suono dal vivo.

Agostino Di Scipio - 6 studi (“dalla muta distesa delle cose...”), 1996-97
Non avendo confidenza col pianoforte e anzi essendone intimorito, nel 1995 l’autore fu portato dall’amico Guglielmo Pernaselci a confrontarsi con questa vera e propria istituzione della tradizione culturale occidentale, questa macchina sonora forgiata della tecnologia metallurgica della prima rivoluzione industriale e di volta in volta “aumentata” da vari perfezionamenti tecnici intervenuti nella modernità avanzata. L’esito fu un breve ciclo di 6 studi, eseguiti senza interruzione. Tutto sta in un materiale molto esiguo, in particolare nell’interdipendenza tra velocità e dinamica del tocco pianistico, spesso resa esplicita in brevi sequenze di suoni ripetuti. L’elaborazione digitale interviene cinque volte, talvolta facendo da ponte tra gli studi successivi. Certi dettagli micro-temporali del suono strumentale (soprattutto l’attacco) vengono dilatati e gradualmente frantumati: all’inizio la sonorità è ben radicata nella sua origine strumentale, moltiplicata polifonicamente e nel decorso temporale; in seguito si sfibra fino a diventare una polvere sonora irrelata al pianoforte. Gli algoritmi di elaborazione si adattano all’azione pianistica stessa, la quale però accoglie l’influenza delle sonorità risultanti e vi si adatta a sua volta, soprattutto in termini di agogica e velocità di articolazione: si crea una catena di interdipendenze a tempi diversi (feedback nel dominio del ritmo e del gesto) dove ciascuno dei due determina condizioni e contesto per il procedere dell’altro. Il sottotitolo (una suggestione poetica presa dal Palomar di Italo Calvino) serve solo a sottolineare la discorsività muta e non-linguistica di questi studi.
Per ulteriori ascolti: Stradivarius CD STR 37100 (Ciro Longobardi), Limen DVD 01AV001 (Maria Grazia Bellocchio)

Agostino Di Scipio - Settimo studio (“dalle brume... l’evidenza...”), 2018
Il Settimo studio riprende quanto lasciato sospeso vent’anni prima, ripartendo dall’accordo finale dei 6 studi - ripetuto con velocità diverse alle due mani (accelerando e decelerando insieme). Si tratta per il resto di una rilettura della trama contrappuntistica implicita nei 6 studi, ma sviluppata armonicamente ed estesa su un’arcata formale che dura quanto la somma dei sei brevi studi precedenti. Rispetto ai quali, in ogni caso, il Settimo mostra maggior linearità nel rapporto tra strumento ed elettronica. Il sottotitolo (una suggestione poetica dal Palomar di Italo Calvino) serve solo a richiamare la temporalità sottintesa e non-finalistica insita nella scrittura. Per ulteriori ascolti: Stradivarius CD STR 37100 (Ciro Longobardi)

Federico Martusciello - Dalla natura polisemica, 2022
Il brano appartiene al ciclo Fonografie. Si tratta di diversi studi centrati su processi di analisi e trasformazione dei dati spettrali in notazione pianistica, a partire da suoni di origine ambientale. In pratica, la parte strumentale viene creativamente estratta da suoni ripresi in spazi e condizioni ambientali diverse. Alla parte pianistica l’elettronica accosta materiali di tre tipi: vocalizzazioni di uccelli e altre sonorità ambientali (le stesse “fonografie” che sono all’origine del materiale pianistico), un paesaggio sonoro del tutto naturalistico ma in realtà interamente sintetizzato al computer, ed elaborazioni di alcune di quelle sonorità mediante tecniche di stretching granulare. Il percorso complessivo attraversa fasi diverse che vanno dall’imitativo al completamente virtuale, con ripetute ri-contestualizzazioni dell’ascolto in rapporto al fonorealismo della percezione. Un approccio forse impressionista (memore di Olivier Messiaen) lascia il passo ad un approccio fonorealista, a favore della tematizzazione ecologica degli spazi di ascolto.

Giacinto Scelsi – Aitsi, 1974
Questa iconica e meditativa pagina pianistica consta di 43 accordi di varia durata e risonanza, accomunati da un Fa centrale (e sue ottave). Nato da un’improvvisazione e strettamente imparentato col quinto quartetto d’archi del compositore, questo lavoro richiede non meglio indicati dispositivi di amplificazione (e “distorsione”). Molte e diverse le interpretazioni che ne sono state date. La nostra interpretazione fa uso di soluzioni elettroacustiche coerenti al periodo di composizione (saturazione analogica del segnale e ring-modulazione) e cerca, negli esiti sonori, di restare “vicina” al compositore nel suo ascoltare e guardare verso Oriente.

 

CIRO LONGOBARDI
Finalista e miglior pianista presso il Concorso Gaudeamus di Rotterdam nel 1994, Kranichsteiner Mu-sikpreis nell’ambito dei Ferienkurse di Darmstadt nello stesso anno, ha suonato come solista e camerista per le maggiori istituzioni conertistiche italiane e internazionali. Numerosi i riconoscimenti ricevuti per i suoi dischi, tra cui il Premio Abbiati del Disco - il più importante premio della critica italiana - assegnato alla sua registrazione integrale del Catalogue d’Oiseaux di Olivier Messiaen (Piano Classics) come migliore pubblicazione di repertorio solistico 2018-19. Nel triennio 2020-22 ha presentato l’integrale della musica per pianoforte solo di Olivier Messiaen in 5 concerti per il Festival Aperto di Reggio Emilia.

AGOSTINO DI SCIPIO
All’attività di compositore e sound artist ha sempre integrato un costante impegno di ricerca e di approfondimento critico-teorico. Diplomato in Composizione e in Musica Elettronica al Conservatorio di L’Aquila, ‘dottore di ricerca’ all’Università Parigi VIII (École Doctorale Sciences et Technologies des Arts). Ospite di festival e centri internazionali di ricerca e produzione, “artista in residenza” del DAAD Künstlerprogramm di Berlino, ‘Edgard Varèse Professor’ alla Technische Universität Berlin. A lungo docente al Conservatorio di Napoli, oggi in quello di L’Aquila. Ha pubblicato Pensare le tecnologie del suono e della musica (Editoriale Scientifica, 2013) e Polveri sonore,Una prospettiva ecosistemica della composizione (La Camera Verde, 2014). Ha curato pubblicazioni di I.Xenakis (Universi del suono, LIM, 2003), di G.M. Koenig (Genesi e forma, Semar, 1995) e di M.Eldred (Heidegger, Hölderlin e John Cage, Semar, 2000).