BHB La discesa di Amleto nel Maelström

BHB La discesa di Amleto nel Maelström

Mercoledì 6 Settembre, ore 21
GOETHE-INSTITUT Rom | Auditorium
Spettacolo di musica e fisica
con Margherita Cappelletto, Guido Barbieri, pianista Silvia Paparelli, live electronics Federico Martusciello

BHB La discesa di Amleto nel Maelström
musiche di Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Haendel, Ludwig van Beethoven, Roberta Vacca

MARGHERITA CAPPELLETTO una voce fuori tempo
GUIDO BARBIERI drammaturgia e voce narrante
SILVIA PAPARELLI pianoforte
FEDERICO MARTUSCIELLO live electronics

 

Johann Sebastian Bach, Sinfonia n. 7 BWV 793
Roberta Vacca, Seven

Georg Friedrich Haendel, Sarabanda della Suite in re minore n. 4 per clavicembalo (HWV 437)
Roberta Vacca, TiBi reloaded

Ludwig van Beethoven, Adagio sostenuto dalla Sonata op. 27 n. 2
Roberta Vacca, Dark Sun

  

Chi ha inventato il tempo? Chi ha iniziato a misurarlo? E chi ci ha insegnato ad attribuirgli un senso, una direzione, un fine? Secondo Giorgio de Santillana, uno dei maggiori storici della scienza del Novecento, la “colpa” è tutta di Amleto. Non dell’eroe folle e malinconico di Shakespeare, per la verità, bensì del suo ben più antico progenitore, Amlodi, il “vero” principe di Danimarca raccontato in pieno medioevo da Saxo Grammaticus. Dalle sue Gesta Danorum veniamo a sapere che Amlodi possiede un mulino, un mulino prodigioso che macina farina giorno e notte, assicurando cibo e prosperità a tutti i sudditi del regno. Ma quando lo zio del principe, Fengi, uccide il padre, Orvedil, la terra di Danimarca precipita nel caos e il mulino incantato inizia a macinare soltanto sabbia. È il preludio della catastrofe: il paese precipita in una drammatica carestia, mentre a corte si respirano soltanto i venti della vendetta. Il mulino, simbolo di ogni sventura, viene scaraventato in mare, ma le sue pale continuano a girare vorticosamente e creano un gorgo gigantesco, il vortice del Maelstrom, incubo di tutti i marinai che si avventurano nei mari del nord.

Come sostiene de Santillana nel suo studio, Il mulino di Amleto, la parabola del principe di Danimarca narrata da Saxo non è un semplice mito letterario, bensì una delle più antiche e raffinate rappresentazioni della struttura del tempo, presente, in forme diverse, in tutte le culture del mondo, da Oriente a Occidente. La ruota del mulino altro non è che il disco del sole, simbolo della vita e della prosperità, osservato, da sempre, nel suo incessante moto circolare. E la catastrofe che colpisce il regno di Amlodi è la rappresentazione di una delle anomalie astronomiche che la scienza antica ha sempre registrato con precisione: la cosiddetta precessione degli equinozi. È il fenomeno secondo il quale l’equinozio, l’arco di tempo in cui la notte e il giorno hanno esattamente la stessa durata, non cade sempre esattamente nello stesso momento dell’anno, bensì ogni volta con un lieve anticipo, seguendo un lunghissimo ciclo astronomico (il cosiddetto anno platonico) che dura circa venticinque mila anni. Conseguenza, questa, della inclinazione dell’asse terrestre, causa a sua volta, come si sa, dell’avvicendarsi delle stagioni. Il pensiero antico ha sempre individuato in questa anomalia, in questa irregolarità nell’ scorrere circolare del tempo, la causa delle catastrofi che hanno sempre  colpito il pianeta Terra: terremoti, inondazioni, carestie, guerre. Un cuneo infilato nella ruota del mulino, insomma, un ingranaggio imperfetto nella macchina circolare del sole.

L’ambizione di “BHB - La discesa di Amleto nel Maelström” è quella di raccontare il fenomeno della nascita del tempo e delle sue innumerevoli crisi, aporie e anomalie attraverso gli strumenti concentrici e simultanei del racconto musicale, della narrazione mitica e della dimostrazione scientifica. Lo spettacolo è costruito intorno a tre cerchi concentrici uno inscritto dentro l’altro. Il cerchio, più interno, il nucleo solido e incandescente, è costituito dalla trama musicale disegnata da Roberta Vacca e interpretata da Silvia Paparelli. Al “centro del centro” si trovano infatti tre “monumenta” della letteratura occidentale per tastiera, la Sinfonia n. 7 a tre voci di Johann Sebastian Bach, la Sarabanda dalla Suite in re minore n. 4 di Georg Frederich Händel e il primo movimento della Sonata op. 27 n. 2 di Ludwig van Beethoven, sui quali la compositrice, come il giro del Sole che ritorna sul piano sempre variabile dell’eclittica, incide la propria scrittura, mutandone la visione, l’immagine acustica, la percezione sonora. E sui quali si posano anche, in una sorta di ritorno al quadrato, le aure elettroniche di Federico Martuscello.  Il cerchio più esterno è occupato dalla narrazione, affidata alla voce narrante di Guido Barbieri, del mito dell’Ur- Amleto, del suo mulino, dell’invenzione del tempo e della sua ciclica crisi. L’ultimo anello, il più esterno, ma forse, in realtà, quello centrale, è costituito dalla presenza di uno storico della scienza, che in corrispondenza degli snodi cruciali del racconto, illustra e chiarisce, dal vivo, i fondamenti scientifici dei fenomeni astronomici che determinano la nostra concezione del tempo.

Nella versione moderna del mito di Amleto, quella che noi abbiamo adottato, è però contenuta una ulteriore anomalia. Divorato dalla volontà di vendetta, impotente nell’osservare il gorgo del Maelstrom generato dal suo mulino inabissato, Amlodi precipita, come il protagonista del racconto di Edgar Alan Poe ispirato al medesimo mito, nel profondo del mare. E sembra destinato a perire insieme alla sua macchina perfetta. Si salverà, grazie all’acutezza della sua osservazione scientifica, ma dopo la discesa nel Maelström il mondo è il suo tempo non saranno più quelli di prima. Amlodi, smarrirà per sempre l’innocenza del tempo, la fiducia nel suo moto irregolare e continuo e verrà preso dall’angoscia per le imprevedibili anomalie che accompagnano il suo cammino. La stessa angoscia che, in fondo, è quella del tempo in cui viviamo. (gb)

 

MARGHERITA CAPPELLETTO
laureata in Astronomia e Astrofisica alla Sapienza, Università di Roma, lavora come tecnologo presso il Dipartimento Scienze del Sistema Terra e Tecnologie per l'Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche ed è attualmente in comando presso il Ministero dell'Università e della Ricerca per coordinare un progetto europeo di cooperazione scientifica sull'economia sostenibile dal mare. Dopo aver conseguito il Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste, ha portato avanti numerose attività di divulgazione e disseminazione scientifica. Tra i suoi progetti, ideati in collaborazione con le coreografe Evelin Facchini e Meritxell Campos Olivé, ‘Scienza in Danza’, un laboratorio di giochi coreografici pensato per coinvolgere il pubblico in performance a carattere scientifico, e il documentario artistico ‘Surfing Einstein’.

GUIDO BARBIERI
per vent’anni critico musicale del quotidiano La Repubblica Guido Barbieri scrive oggi per le pagine culturali de Il Manifesto. Dal 1980 voce storica di Radio 3 si dedica principalmente, senza trascurare il lavoro di storico della musica, alla drammaturgia musicale. Ha scritto testi, libretti e readings destinati ad alcuni dei maggiori compositori italiani. Ha condiviso il palcoscenico, sostenendo spesso il ruolo di voce narrante e recitante, con i migliori musicisti, attori e registi della scena italiana.  Si dedica anche, pur senza farne una professione, alla pratica della direzione artistica. Tiene conferenze e scrive programmi di sala per le più importanti istituzioni musicali italiane.

ROBERTA VACCA
pianista e compositrice, docente presso il Conservatorio “A. Casella” di L’Aquila, dove ha compiuto anche i suoi studi musicali, oltre l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l’Accademia Chigiana. Vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti Nazionali e Internazionali, compositrice residente presso Mac Dowell Colony (U.S.A.), Fondazione per le Lettere e per le Arti di Bogliasco e Residenza d’Artista “Le Ville Matte”, ha al suo attivo diversi lavori (pubblicati da Ars Publica, MEP, RAI Com, Sconfinarte, Twilight), eseguiti in Italia e all’estero, presenti in cinque monografie e raccolte discografiche di varie etichette.


SILVIA PAPARELLI
pianista e musicologa, è dal 2001 docente di Storia ed Estetica della Musica presso l'Istituto superiore di Studi musicali “G. Briccialdi” di Terni. Ha suonato per le maggiori istituzioni italiane (I Concerti del Quirinale - in diretta radiofonica europea - Teatro Comunale e Amici della Musica di Modena, Associazione Scarlatti di Napoli, Bologna Festival, Ravello Festival, Festival di Nuova Consonanza, Sagra Musicale Umbra, Festival di Parma, Accademia Filarmonica Romana, Società Barattelli L'Aquila), in Europa (Francia, Germania, Spagna, Norvegia, Polonia, Slovacchia, Estonia, Lituania, Ucraina, Lettonia, Ungheria, Malta) ed estremo oriente. Ha partecipato a numerosissime prime esecuzioni assolute, registrazioni discografiche e RAI.

FEDERICO MARTUSCIELLO
compositore, artista sonoro e studioso delle tecnologie della musica. Nel 2012 abbandona gli studi musicali classici per dedicarsi alla musica elettronica e alle tecnologie del suono. Dal 2014 s’interessa alle tematiche relative alla soundscape composition. Nel 2018 è finalista al XIV Premio delle Arti (Sez. Musica Elettronica e N.T) con il brano Ricostruzione. Dal 2018 si dedica alla ricerca e al censimento dei luoghi del silenzio in Abruzzo e nel 2019 si diploma in Musica elettronica a indirizzo compositivo (A. Di Scipio) presso il Conservatorio A. Casella di L'Aquila. Dal 2021 è membro del Forum Klanglandschaft (FKL) e nello stesso anno viene selezionato come relatore nel simposio internazionale Unheard Landscape a Blois.