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Lunedì 18 luglio, ore 20:30
Chiesa Sant’Ignazio di Loyola
GIANNI TROVALUSCI flauti - GIULIO TOSTI organo

Ingresso gratuito

DANIEL TERUGGI Una storia antica per flauto ed elettronica fissa (prima assoluta, creazione per ArteScienza), 11’40
KRZYSZTOF PENDERECKI Agnus Dei trascrizione per organo, 8’
MARC BATTIER  Nature morte avec sons per flauto ed elettronica fissa (prima assoluta, creazione per ArteScienza), 9’
NICOLETTA ANDREUCCETTI Vox humana / Vox machina per flauto, organo, fixed media e live electronics (prima assoluta, creazione per ArteScienza), 9’
LUIGI PIZZALEO L’orografo a vertigine per organo, flauto ed elettronica (prima assoluta, creazione per ArteScienza)

GIANNI TROVALUSCI flauti
GIULIO TOSTI organo
GIUSEPPE SILVI regia del suono

Una storia antica    
Il titolo deriva dal mistero della trasformazione dei suoni; questa attività che apprezzo particolarmente che consiste nel prendere suoni registrati ed elaborarli come se fossero materiale fisico per modellarlo e trasformarlo e ottenere una nuova materia. Lavorando su suoni molto antichi, improvvisamente è sorta una strana melodia che è diventata l'elemento centrale dell'opera. Una melodia che raccontava una vecchia storia... una storia antica nascosta in questo suono perduto. Questo suono ha invitato il flauto che si è infilato tra le volute melodiche e ha arricchito il lento e maestoso divenire della band. Quest'opera mi è stata gentilmente richiesta da Gianni Trovalusci ed è a lui che è dedicata. (Daniel Teruggi)

Agnus Dei  (trascrizione per organo)
Krzysztof Penderecki ha scritto Agnus Dei nel 1981 dopo aver ricevuto la notizia della morte del suo amico Stefan Cardinal Wyszyński, una figura simbolica della resistenza spirituale contro il regime comunista in Polonia. Più tardi ha incorporato il brano nel suo Polish Requiem. Questa versione è una trascrizione per organo di Oskar Gottlieb Blarr (1998/2017).

Nature morte avec sons 
Il brano è stato ispirato dal lavoro di Jean-Claude Risset, un pioniere della computer music. Grazie alla sua ricerca, oggi sentiamo i suoni i maniera differente, avendo reso possibile inventare modi completamente nuovi di concepire i suoni tramite la sintesi computerizzata. La sua voce è inserita nella struttura elettronica della musica. Per questo pezzo si è voluto stabilire un dialogo tra il flauto e alcuni di quei suoni, usando il software Csound. Altri strati di materiale elettroacustico sono strati realizzati usando Max-MSP con l'aggiunta di molti software di elaborazione del suono. Il brano è stato scritto appositamente per Gianni Trovalusci, flautista mirabile, ma anche protettore in qualche modo della storia della musica elettroacustica. Il titolo riflette l'attrazione dell'autore per il mondo dell'arte, dai dipinti cubisti a oggi. Il brano è dedicato a Gianni Trovalusci, con ammirazione.

Vox humana / Vox machina    
Vox humana / Vox machina è la rappresentazione dell'inesauribile flusso digitale che ci travolge: l'immagine disorientante dell'impotenza ad assorbire e ad arrestare tale infinito
ed inesauribile flusso. Suoni dell'interiorità e suoni digitali si intrecciano in un groviglio inestricabile di sonorità gestuali del flauto e dell’organo ‘attraversate ed interrotte’ dall'elettronica, in un processo di saturazione e di decostruzione dello spazio sonoro. Improvvise svolte narrative abitano diversi paesaggi dell'interiorità: dalla inflessione più
intima che segue la saturazione sonora della prima parte, alla frammentazione finale che costruisce un dialogo serrato tra i suoni digitali residui, i fonemi sussurrati all'interno dello strumento dal flautista e le gestualità, meccaniche ed isolate nella loro alterità, dell’organo. Il brano è dedicato a Gianni Trovalusci e a Giulio Tosti.

L’orografo a vertigine
E’ seconda in una serie di composizioni dedicate a utensili immaginari, di impiego incerto e vagamente onirico. Il pezzo stesso è strumento di sperimentazione ed esplorazione di uno spazio acusticamente impegnativo, vertiginoso appunto di risonanze e riverbero, di una grande chiesa barocca romana quale la chiesa di Sant’Ignazio a Roma. L’opera è fortemente situata, dipendente cioè dalla voce dell’organo che ha sede presso S. Ignazio e dello spazio in cui tale voce si trova a risuonare; nell’organico inconsueto si compone la dimensione intimamente umana e introspettiva del flauto con quella cosmica e sovrumana dell’organo. A una sezione iniziale, lentamente cangiante, di graduale appropriazione di spazio e spettro, segue un episodio di timbriche fluide o sabbiose del flauto. Conclude una sorta di aria in cui suono sintetico e suono strumentale, indistinguibili, si sono ormai fatti paesaggio e rivelazione.

 

GIANNI TROVALUSCI
Flautista/performer, collabora con moltissimi artisti, tra cui Roscoe Mitchell, Thomas Buckner, Hamid Drake, Michele Rabbia, Antonio Caggiano, Gianluca Ruggeri, Rodolfo Rossi (Ars Ludi), Fabrizio Ottaviucci, Daniele Roccato, Tommaso Rossi, Luigi Ceccarelli, Giorgio Battistelli, Walter Branchi, Giorgio Nottoli, Walter Prati, Nicola Sani, Martin Daske, Marcello Panni, Ilan Volkov. E’ stato solista con numerose orchestre, tra cui BBC Scottish Symphony Orchestra, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra delle Fiandre. Tiene concerti in festival e rassegne in Europa, USA e Cina. Ha registrato per Wide Hive Records, Auditorium Edizioni, Rai Radio 3, BBC 3 e altre radio europee e tenuto masterclass e laboratori presso numerosi Conservatori italiani, China Conservatory di Pechino, San Francisco Conservatory, Mills College Oakland e in altre sedi.

GIULIO TOSTI
Comincia i suoi studi al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli nella classe del M. Roberto Canali, diplomandosi in Organo e Composizione Organistica con il massimo dei voti. E’ stato studente del PIMS a Roma con Theo Flury. E’stato inoltre studente del ESMD di Lille France nella classe di Sophie Retaux. Nel 2017 ottiene il Primo Premio Ex Aequo al prestigioso Concorso Internazionale “Xavier Darasse” di Tolosa. Si esibisce in numerosi festival italiani e stranieri. Nel 2019 crea Nebula, un progetto solista di creazione estemporanea che esplora universi sonori inediti e che trasforma l’organo in una vera e propria “macchina dei suoni”. Dal 2021 organizza Workshop e laboratori mirati a suggerire diversi approcci all’organo a canne che non passino esclusivamente per i suoi linguaggi tradizionali.

DANIEL TERUGGI
Compositore, direttore del GRM dal 1997 al 2017 e del Dipartimento di Ricerca dal 2011 al 2016 dell'INA (Institut National de l’Audiovisuel), sviluppa la sua attività musicale in Francia dal 1977, anno in cui ha lasciato l'Argentina. Il suo lavoro compositivo è sempre nel campo dell'acustica elettroacustica o accompagnato da strumenti; concentrandosi dal 2004 in opere multifoniche che scolpiscono lo spazio attraverso i suoi movimenti e le sue posizioni. Al di là del suo lavoro musicale, ha sviluppato un'importante attività internazionale sugli archivi audiovisivi, in particolare agli archivi musicali e alla complessità insita nella conservazione del fatto musicale. Ha composto più di 100 opere principalmente per il concerto ma anche per il teatro e il cinema. Nel 2016 ha ottenuto il premio alla carriera musicale dalla Society for the Technological Arts of Canada e il "SMPTE Archival Technology Medal Award" per i suoi sforzi nella conservazione dei contenuti audiovisivi e in particolare di quelli relativi alla musica.

KRZYSZTOF PENDERECKI
Allievo e successivamente docente e rettore della scuola superiore di musica di Cracovia, si è imposto come uno dei principali esponenti della musica contemporanea polacca. Richiamandosi inizialmente alle esperienze della scuola di Darmstadt, ha approfondito la ricerca timbrica, dimostrando interesse per la vocalità (soprattutto corale), per temi filosofico - religiosi, per l'uso degli archi in emissione sonora non tradizionale, nonché per la sperimentazione sonora. A partire dagli anni Settanta, è sembrato invece rivolgersi al recupero di forme della tradizione storica. Tra le sue opere più significative: Anaklasis per archi e percussioni (1960);  Threnos per le vittime di Hiroshima per cinquantadue archi (1960); Polymorphia per quarantotto archi (1961); Stabat mater (1962); Passio secundum Lucam (1965). Tra le realizzazioni più recenti si ricordano Fanfarria real (2003) per orchestra e Chaconne (2005), requiem in onore di Giovanni Paolo II.

MARC BATTIER 
Compositore di musica strumentale ed elettroacustica. Dopo vent'anni all'IRCAM di Parigi è diventato professore in Musicologia alla Sorbona, oggi emerito, è professore illustre all'Università di Shenzhen in Cina. Ha anche insegnato alla University of California a San Diego, New York University, University of Montreal e the University of Music and Arts of Aichi, Japan. Membro fondatore della International Computer Music Association, dell'Electroacoustic Music Studies Network (EMS), fondatore e direttore dell'EMSAN, un network che studia la musica elettroacustica dell'Asia orientale. Ha ricevuto commissioni dalla Francia, gli Stati Uniti e la Cina e ha tenuto lezioni sulla computer mudic in molti paesi del mondo. Ha pubblicato molti articoli e libri sulla storia della musica elettronica. La sua musica è pubblicata da BabelScores.

NICOLETTA ANDREUCCETTI
Ha compiuto gli studi musicali di pianoforte, didattica della musica, composizione e musica elettronica. Particolarmente significativo per la sua formazione è stato l’incontro con Ivan Fedele all’Accademia Musicale Pescarese. La sua produzione musicale contempla opere per strumenti solisti, ensemble, orchestra e musica elettronica. Muovendo dalle suggestioni provenienti da diversi ambiti disciplinari, la sua ricerca è improntata a una costante attenzione alla dimensione espressiva della musica, esplorata attraverso l'interazione linguistica dei mondi acustico, elettronico e multimediale. La sua musica, premiata in diversi concorsi internazionali, è stata eseguita in Europa, Stati Uniti, Canada, Cina e Giappone. Attualmente, è docente di composizione musicale elettroacustica al Conservatorio Bruno Maderna di Cesena.

LUIGI PIZZALEO
Dopo aver concluso gli studi di Pianoforte e Composizione si è dedicato alla musica elettroacustica, alla didattica della composizione musicale per ragazzi e  all’improvvisazione. Sue opere sono state eseguite in rassegne e concorsi in Italia e all’estero – di recente presso i festival Mesotonica di Prato, Collegium Musicum di Ravenna, Antiqua di Bolzano. Nel 2020 è stato pubblicato Sabbie e falesie, una raccolta retrospettiva di quindici anni di lavori per solo supporto digitale. Musicologo dedito allo studio dell’avanguardia romana e dei problemi inerenti la grafia e lo statuto dell’opera musicale, ha pubblicato saggi per vari editori tra i quali LIM, Aracne, Editoriale Scientifica. Insegna Storia della musica elettroacustica al Conservatorio “S. Cecilia” di Roma.