Biglietto unico € 5 (include la visione dei video musicali alle 20.30)
SERBAN NICHIFOR Carnyx (1984) per clarinetto solo
ALESSANDRO MALCANGI Media per clarinetto e nastro magnetico (2021, première per ArteScienza)
Carnyx di Serban Nichifor (1984)
Ispirato alle caratteristiche sonore del Carnyx, strumento celtico utilizzato dal 300 a.C. al 200 d.C. dalla particolare forma sottile e allungata che termina con un'estremità a forma di testa di drago o di cavallo, questa composizione ne richiama alcuni modi acustici e riporta alcune tecniche estese. L'autore lascia all'interprete la libertà di variare le articolazioni del brano.
Media di Alessandro Malcangi (2021)
Media è un brano per clarinetto e nastro magnetico composto sul concetto di “iperinformazione”, ovvero la ricezione di più informazioni in un breve lasso di tempo. Il materiale viene variato e condensato, conservando però alcune caratteristiche di riconoscibilità, sino ad esaurirsi.
A seguire:
GIANNI TAMANINI AD23
MIRKO ALBERTO ZAMBELLI Fuochi_Fatui
AD23, 7:40
Il brano rappresenta un dialogo tra tre personaggi immaginari interpretati da suoni di sintesi pulsar e da campioni di voci rielaborati, che avviene in una foresta elettronica ricca di micro-elementi sonori che interagiscono tra di loro e che si estendono lungo l’intera opera. La costruzione di tali oggetti fa riferimento al testo del 1957 “…wie die Zeit vergeht…” di Stockhausen, soprattutto per quanto riguarda il loro sviluppo nel micro-tempo. La spazializzazione è stata realizzata utilizzando come riferimento il glifo sigillum dei aemeth reso famoso dall’alchimista inglese John Dee. È stato costruito un acousmonium virtuale di 16.1 canali, i cui diffusori erano distribuiti su tre cerchi simmetrici (secondo lo schema 8+8+4) a tre altezze diverse in modo da conformarsi ad una distribuzione tridimensionale. All’interno di tale struttura gli oggetti sonori si muovono seguendo le figure geometriche del glifo suddetto.
Fuochi_Fatui, 7:59
Gesti sonori impulsivi e dalla grana iterativa sono trattati con diversi gradi di saturazione e distorsione per richiamare il fenomeno della combustione e dell’abrasione del fuoco fatuo. Nel corso del loro sviluppo dinamico questi gesti perdono la loro individualità e sono trattati come un’unica massa sonora che avvolga e travolga l’ascoltatore. La scelta di utilizzare il timbro del flauto è dovuta sia alla ricca energia spettrale che caratterizza i rapidi e impulsivi soffiati in questo strumento, sia perché lo strumento evoca una appartenenza a luoghi ancestrali, spazi in cui le manifestazioni più arcane e misteriose possono manifestarsi.
ALESSANDRO MALCANGI
Diplomato in Clarinetto e in Pianoforte presso il Conservatorio E. R. Duni di Matera, si avvicina alla Musica Elettroacustica frequentando il Master in Sonic Arts presso l'Università di Roma Tor Vergata. Successivamente, si iscrive al Triennio di Musica Elettronica al Conservatorio Santa Cecilia di Roma laureandosi nel 2020 con Michelangelo Lupone. È attualmente diplomando in Composizione Tradizionale con Alessandro Cusatelli e studente di Biennio in Musica Elettronica con Pasquale Citera e Nicola Bernardini.
GIANNI TAMANINI
MIRKO ALBERTO ZAMBELLI